03 Mar Farle nuove è (quasi) un gioco da ragazzi: il processo di duplicazione di una scultura
Il tempo, si sa, ha il grande potere di trasformare persone e cose. Ma quando un oggetto è antico e pregiato, non si può correre il rischio di trascurarlo. È per questo che oggi vorremmo raccontarvi di un nostro cliente, proprietario di una villa vicino Varese, che ci ha appaltato un lavoro molto impegnativo ma decisamente unico.
Guardate un po’ che bel busto di donna:
Nonostante le attenzioni di cui è prodigo il nostro cliente, il tempo impietosamente minaccia questa scultura di fine ‘800, che insieme a quattro busti grossi, due a grandezza naturale, tre ritraenti bambini e cinque bassorilievi, orna la bella casa arredata con gusto e mobili antichi.
Quindi, la soluzione: creare delle copie da esporre, così da non rinunciare alla goduria dell’arte in bella mostra, e conservare al sicuro gli originali, opera di Federico Gaetano Villa (Roma 1837/Schianno 1907) docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e Giuseppe Argenti (1811/Novara 1876).
Ci siamo subito messi al lavoro. Prima di tutto, abbiamo analizzato ciascun busto dal punto di vista compositivo per vedere quanti “sottosquadra” avesse, per analizzare eventuali criticità, verificare eventuali riparazioni già avvenute.
Dopo, si applica una prima “lettura” di silicone artistico di buona qualità, uno strato molto sottile: il prodotto dev’essere adeguato a seconda che il “positivo”, ossia la statua, sia in gesso, marmo o bronzo.
In questo caso c’erano statue in tutti e tre i materiali. Il silicone deve riposare 18-20 ore. Poi abbiamo steso un secondo strato di silicone, alto 2-3 cm. Per l’indurimento di questo silicone, infatti, occorrono 24 ore.
Come potete vedere nelle foto successive, nelle parti precedentemente individuate come punto di taglio con i silicone in pasta abbiamo creato un cordolo alto 4-5 cm e largo 2: questi sono i punti dove vengono inserite le lamelle, ossia dei rettangoli di materiale plastico che servono a dividere i due pezzi dello stampo.
A questo punto, abbiamo realizzato il guscio in vetroresina: si fa a metà per volta, spennellando in alternanza resina e fibra di vetro. Abbiamo aspettato due ore e poi abbiamo tolto le lamelle che servono a non fare attaccare le due metà di “guscio”.
Uno dei momenti più delicati, adesso. L’apertura dal silicone che, essendo come una calza aderente sulla superficie della statua, va tolto con molta attenzione.
Rimangono dunque le due metà di silicone inserite dentro ai “gusci” di vetroresina. L’interno, vuoto, lo riempiamo con gesso ceramico, che ha una base di resina, quindi è molto resistente.
Serve mezz’ora perché sia solido… poi è il momento di vedere la statua “nuova”.
Identica all’originale! Occorre solo ritoccare qualcosina a mano nelle giunzioni. Poi si può decidere se patinarla con effetti particolari, anche per renderla così simile a quella “vera” che solo l’occhio allenato di un addetto ai lavori saprebbe individuare le differenze!